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Il vecchio che leggeva romanzi d'amore - Recensione

  • ilgiardinoinglese
  • 7 giu 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Un rito di passaggio dall'età innocente all'età adulta che tutti dovremmo compiere. Una potenza primordiale e viscerale.




Il vecchio che leggeva romanzi d'amore - L. Sepulveda

132 pag. - Cileno - 1° edizione 1989


Si dice che la foresta Amazzonica ti entri dentro, che generi una sorta di saudade nei visitatori, e poi è ricca, florida, lussureggiante. Un paradiso tropicale e allo stesso tempo un inferno ingestibile per l'essere umano, o almeno così dovrebbe essere.


Dal titolo ingannevole, è un romanzo di denuncia contro lo sfruttamento barbarico della natura e dei suoi abitanti che lascia, inevitabilmente, una lunga e penosa scia di sangue inutilmente versata con una violenza che di umano non ha più nulla. L'arrivo dell'uomo, bianco e vorace, sconvolge sempre i ritmi e l'aspetto degli ecosistemi.


"I coloni rovinavano la foresta costruendo il capolavoro dell'uomo civilizzato: il deserto"

Dal lessico coinvolgente e pungente non consente di staccarti dalla lettura. Atmosfere e paesaggi verdissimi e carichi di pioggia e umidità, tanto da renderli tangibili. Ho letto questo romanzo breve in una giornata molto umida e calda, con le zanzare già in attività e questo mi ha fatto immergere ancora di più nel mondo che Sepulveda ci racconta.


Ha una potenza arcaica e primordiale, violento e dolce allo stesso tempo. Anche il suo stile di scrittura rappresenta la dicotomia e tra natura e uomo, ancestralmente invece legati; una lotta atroce, crudele e decisamente impari che l'uomo sta vincendo, perdendo invece miseramente e senza rendersene del tutto conto.



Il rapporto fortissimo del portagonista con la foresta e le sue leggi, la passione per la lettura di romanzi d'amore che lo aiutino a evadere dalla memoria cattiva, la denuncia dello sfruttamento come normale conseguenza della civilizzazione, rendono questo libro una lettura obbligatoria e necessaria. Un rito di passaggio dall'età innocente all'età adulta che tutti dovremmo compiere.


"Bestia di metallo odiata da tutte le creature"

Ho sofferto nel leggerlo, non posso negarlo, mi ha fatto arrabbiare, mi ha smosso, mi ha ricordato un problema che noi tutti saremo (già siamo) chiamati ad affrontare il più presto possibile. Non c'è più tempo e quel mondo è così lontano da me che mi spaventa sentirmi inerme e così distante.


Un libro affascinante, forte, travolgente e quasi mistico, da leggere con il cuore pulsante di vivo rosso.


Ps. Perfetto da leggere in estate.

Pps. Una copertina splendida che fa respirare un'aria afosa e lascia trasparire quel senso di impotenza che permea questo racconto.



Veronica

 

Consigliato per appassionati di:

Narrativa Sud Americana


Quarta di copertina:

Il vecchio Antonio José Bolivar vive ai margini della foresta amazzonica equadoriana. Vi è approdato dopo molte disavventure che non gli hanno lasciato molto: i suoi tanti anni, la fotografia sbiadita di una donna che fu sua moglie, i ricordi di un'esperienza, finita male, di colono bianco e alcuni romanzi d'amore che legge e rilegge nella solitudine della sua capanna sulla riva del grande fiume. Ma nella sua mente, nel suo corpo e nel suo cuore è custodito un tesoro inesauribile, che gli viene dall'aver vissuto "dentro" la grande foresta, insieme agli indios shuar: una sapienza particolare, un accordo intimo con i ritmi e i segreti della natura che nessuno dei famelici gringos saprà mai capire.

 

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