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L'Imperatore di Portugallia - Recensione Short

  • ilgiardinoinglese
  • 9 lug 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Tenero, malinconico e dolce, come un fiore che sbuca dalla neve del gelido inverno.




L'Imperatore di Portugallia - S. Lagerlof

280 pag. - Svedese - 1° edizione 1914


L'autrice, premio Nobel 1909 e membro dell'Accademia Svedese, racconta l'amore paterno e la follia alla quale può portare la sua perdita, con toni dolcissimi, delicati, pastello.


Mi sono concessa un unico libro invernale in questo caldo estivo.


Ci si immerge nelle atmosfere nordiche, negli usi e nei costumi della Svezia rurale del 19esimo secolo, volevo un pò di fresco nella calura di Giugno. Durante la lettura non ci si rende conto dell'epoca, come fossimo sospesi nel tempo.


Un romanzo diviso in due, la prima parte ricca d'amore e presenza, la seconda vuota di solitudine, attesa e malinconia. Consiglierei di leggerlo almeno una volta nella vita, vi verrà voglia di abbracciare stretto il protagonista.



Veronica

Consigliato per appassionati di:

Narrativa - Storie del Grande Nord


Quarta di copertina:

Il bracciante Jan di Skrolycka, rivelato all'amore dalla nascita della figlia Klara Gulla, bella e "luminosa" come vuole il suo nome, fa di questo amore il perno della propria esistenza, e la presenza della ragazza sembra davvero illuminare il grigiore quotidiano. Ma la miseria e la malvagità degli uomini costringono Klara ad andarsene in cerca di fortuna e, a poco a poco, l'amore di Jan si trasforma in follia: convinto dello straordinario destino della figlia e, di riflesso, del suo, Jan rifiuta di vedere il male diventando però tramite della giustizia divina. Il ritorno di Klara, adulta, lo condurrà alla morte, ma la sua morte significherà ancora consolazione e riscatto. Pochi gli eventi, molti i particolari apparentemente irrilevanti che danno vita a un mondo contadino i cui protagonisti vengono sempre colti come sono, senza retorica, con fine umorismo e con quel senso di rispetto per l'umanità che faceva parte di una cultura, anche letteraria, e sembra oggi essersi perduto. È un mondo dove l'esistenza del male non viene messa in dubbio ma esorcizzata dalla tranquilla fiducia nella giustizia e nella religione - una religione consolatoria e non solo punitiva.




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