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La vergine dei sussurri - Recensione Short

  • ilgiardinoinglese
  • 12 mag 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

Le urla intime della protagonista squarciano il silenzio del sussurro e mostrano tutta la fragilità dell'essere umano.




La vergine dei sussurri - C. Martinez

203 pag. - Francese - 1° edizione 2011


Esclarmonda, unica figlia femmina di un nobile feudatario francese del 12esimo secolo, pur di non sottostare al volere e dovere della società dell'epoca, decide di farsi murare viva in una cella di pietra; ma la sua scelta la porterà davvero alla solitudine?


La superstizione medievale non vincerà la realtà nella quale si intrecciano dolori, amori, fede e morte. Nonostante il tema, all'apparenza pesante, è un testo molto scorrevole ed essendo scritto in prima persona anche abbastanza coinvolgente.


A dispetto del titolo e di molte altre recensioni che mi è capitato di leggere, il libro non è poi così sussurrato e delicato, anzi le urla intime della protagonista squarciano il silenzio del sussurro e mostrano tutta la fragilità dell'essere umano.


Sono presenti dei colpi di scena che condurranno il lettore a un finale inaspettato. Un libro intimo e pacato che può regalare anche momenti di introspezione.


Veronica

 

Consigliato per appassionati di:

Narrativa - Storie particolari


Quarta di copertina:

"Ero bella, non immagini quanto, bella come può esserlo una fanciulla a quindici anni. I signori del vicinato spiavano la preda. Ma di ciò che desideravo io nessuno si curava." Esclarmonda è l'unica figlia femmina di un nobile feudatario nella Francia del XII secolo, un mondo che la vorrebbe docile e timorosa come si conviene a una giovane che solo deve incantare i cavalieri e tenere in scacco il loro cuore fino alle nozze più convenienti. Fanciulla dei suoi tempi, Esclarmonda è però anche un animo libero, di quelli che fanno la loro folgorante apparizione di tanto in tanto nei secoli e li rivoluzionano dal profondo. Destinata a un'esistenza ancillare, scandalizza la nobile società rifiutandosi di pronunciare il "sì" davanti all'altare. Sceglie invece di dire "no": al padre, all'arcivescovo vicario di Cristo, agli uomini, ai suoi padroni presenti e futuri. Rinuncia alle nozze con il bel Lotario e chiede il rispetto della sua scelta di reclusione volontaria in una cella murata, dove nella più buia solitudine si voterà a Dio. Contrariamente a quanto aveva immaginato, tuttavia, non rimarrà sola nel suo ritiro perché fin dal primo momento in molti si recheranno da lei per lasciarle un messaggio, un sussurro, e riceverne in cambio conforto e salvezza. Quel luogo di reclusione diventa allora per Esclarmonda un crocevia che unisce il suo destino al destino del mondo, la realtà dei vivi al luogo dei morti, e trasforma l'immobilità in un viaggio interiore senza confini.

 

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