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Marie Claire - Recensione

  • ilgiardinoinglese
  • 30 apr 2021
  • Tempo di lettura: 2 min

La vita chissà dove ti porterà. Una vita particolare nella sua immensa povertà e semplicità, che sfocia in un finale malinconico.




Marie Claire - M. Audox

144 pag. - Francese - 1° edizione 1910


La vita è vero che fa giri strani, un giorno sei in una parte del mondo e il giorno dopo chi può saperlo. Un giorno sei quasi felice, quello dopo quasi triste.

Marie Claire è parte della biografia dell'autrice Marguerite Audox. Una vita particolare nella sua immensa povertà e semplicità, aspetti che non rientrano solo nell'ambito sociale o economico ma anche nella personalità di Marguerite/Marie Claire. Una vita strana che sfocia in un finale malinconico.


La semplicità si ritrova anche nello stile di scrittura: privo di qualsiasi pomposità o pretesa, privo dell'eleganza tipica di altri scrittori dell'epoca, ma ricco di attimi, di istantanee.


Non rientra nel genere di testi che leggo abitualmente, tanto che all'inizio l'ho trovato quasi noioso. Il libro è suddiviso in tre macrocapitoli, che rispecchiano tre delle prime fasi della vita della protagonista, e durante la prima parte stavo per abbandonarlo. Durante il secondo capitolo sono stata contenta di non averlo abbandonato. Nella lettura dell'ultimo capitolo mi sono chiesta che senso avesse leggerlo.


Non sarà forse il "best" libro del mese o dell'anno, senza considerare che è un testo precedente al 1910, però è tenero, vero, crudo al punto giusto, un pò come la vita, anche se a volte esagera e si accanisce troppo.

Alla fine è un testo che onestamente non mi sento di consigliare se si vuole essere stupiti o se si cerca una storia avvicente, ma che merita se si vuole sprofondare in descrizioni della natura in ogni sua stagione e in uno squarcio di una vita iniziata e vissuta un secolo fa.


Veronica

 

Consigliato per appassionati di:

Narrativa - Storie di vita


Quarta di copertina:

“Una vita da romanzo” è un’espressione che ben si adatta alla storia narrata in questo libro, la storia della sua autrice che da orfana poverissima divenne una scrittrice di grande successo agli inizi del XX secolo proprio con “Marie-Claire”. Dopo un’infanzia trascorsa in un orfanotrofio di suore e un’adolescenza presso una famiglia di pastori, dove venne istruita sui lavori della campagna, Marguerite Audoux approdò finalmente a Parigi, per iniziare una nuova vita come operaia e sarta. Sempre malata, poverissima, costretta spesso a lunghi digiuni, la Audoux, come scrisse Octave Mirbeau nella sua introduzione al romanzo, era proprio la sartina “che ogni tanto lavora a casa sua, in una stanza così piccola che occorre spostare il manichino se si vuole raggiungere la macchina per cucire”. Afflitta da un’incurabile malattia agli occhi, le fu proibito di continuare a cucire, e da allora si dedicò alla scrittura. Non aveva alcuna ambizione letteraria, non parlava mai al primo venuto della sua “mania di scarabocchiare” e bruciava i suoi foglietti che, pensava, non avrebbero potuto suscitare l’interesse di nessuno. Per una serie di coincidenze, il suo manoscritto giunse nelle mani di Mirbeau, che ne fu entusiasta e si adoperò perché venisse pubblicato nel 1910 dal prestigioso editore Fasquelle, vincendo lo stesso anno il Prix Femina e sfiorando il Goncourt.

 

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