Very Short Review: Cenere
- ilgiardinoinglese
- 11 feb 2021
- Tempo di lettura: 1 min
Una storia di tempi andati, o forse no.
Cenere - Grazia Deledda
_ pag. 350 _Italiana_ 1° ediz. 1903
Attuali però le emozioni, il male dell’abbandono, l’ossessione, la vergogna del disonore.
Lo stile da premio Nobel di Deledda è molto fluido e avvolgente, anche se tra le righe si sente la durezza della sua terra sarda. Scava nei personaggi profondamente senza paura di affondare nell’animo una lama indagatrice.

Questo libro è una lunga e amara riflessione sui legami di sangue che lega ma divide, un racconto doloroso sul bisogno ossessivo di espiazione che dura una vita.
Dopo il fuoco che arde e brucia tutte le passioni, le cattiverie, i risentimenti, resta solo… Cenere.
Veronica
Consigliato per appassionati di:
Tema profondo - Tragico
Quarta di copertina:
"Cadeva la notte di San Giovanni. Olì uscì dalla cantoniera biancheggiante sull'orlo dello stradale che da Nuoro conduce a Mamojada, e s'avviò pei campi. Era una ragazza quindicenne, alta e bella, con due grandi occhi felini, glauchi e un po' obliqui, e la bocca voluttuosa il cui labbro inferiore, spaccato nel mezzo, pareva composto da due ciliegie. Dalla cuffietta rossa, legata sotto il mento sporgente, uscivano due bende di lucidi capelli neri attortigliati intorno alle orecchie: questa acconciatura ed il costume pittoresco, dalla sottana rossa e il corsettino di broccato che sosteneva il seno con due punte ricurve, davano alla fanciulla una grazia orientale. Fra le dita cerchiate di anellini di metallo, Olì recava striscie di scarlatto e nastri coi quali voleva segnare i fiori di San Giovanni, cioè i cespugli di verbasco, di timo e d'asfodelo da cogliere l'indomani all'alba per farne medicinali ed amuleti."
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